Convention Laura Puppato Presidente 9 Gennaio 2010

Convention Laura Puppato 09-01-10 – Presidente del Veneto – I parte

Convention Laura Puppato 09-01-10 – Presidente del Veneto – II parte

Convention Laura Puppato 09-01-10 – Presidente del Veneto – III parte

Convention Laura Puppato 09-01-10 – Presidente del Veneto – IV parte

NO al NUCLEARE nel Veneto!

Nucleare, Filippin: «Galan faccia ricorso alla Consulta contro la legge 99»

«Galan faccia ricorso alla Consulta contro la legge 99 che ha riaperto la strada al nucleare. Altre Regioni più sagge, come la Toscana e la Liguria, lo hanno già fatto per scongiurare centrali nucleari sui loro territori. L’unica presa di posizione di Galan invece è stata dire che il Veneto è disponibile a ospitare un impianto. Ora dunque il Governatore si muova per fermare qualunque tentativo del Governo Berlusconi di piazzare nella nostra regione una centrale».

Lo chiede Rosanna Filippin, segretario del Partito Democratico del Veneto, preoccupata per le nuove indiscrezioni giornalistiche che danno il Veneto, il Polesine in particolare, quale sito possibile.

«Il Veneto è una delle regioni italiane a maggiore valenza turistica – aggiunge Filippin – Una centrale nucleare in questo territorio sarebbe una contraddizione in termini. Senza contare che, in un pianeta compromesso dal punto di vista climatico e ambientale, le politiche energetiche devono puntare sulle fonti rinnovabili, non su fonti che producono scorie velenosissime e che vanno smaltite. Il Governo vuole riproporre soluzioni anacronistiche, che gli italiani hanno già bocciato con il referendum del 1987».

Nucleare in Veneto, Gallo e Tiozzo: “Scelta scriteriata. Si approvi un piano energetico nazionale”

“Sarebbe una scelta scriteriata ed irresponsabile. Ed è grave che, a partire dal presidente Galan e dal sindaco di Chioggia, ci siano figure con compiti amministrativi ed istituzionali di primo piano pronte a dare carta bianca”. Così il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Giovanni Gallo, e il consigliere democratico, Lucio Tiozzo, commentano la notizia del possibile inserimento del territorio compreso tra Chioggia e il Polesine tra i siti dove il governo ha intenzione di insediare una centrale nucleare.

“Mentre nel resto dell’Europa si è di fatto bloccata la realizzazione di nuove centrali, il governo italiano propone un ritorno al nucleare con tecnologie già superate e non in grado di dare sufficienti garanzie in termini di sicurezza. Per questo diciamo no al nucleare in Italia.

Per il Veneto inoltre – proseguono i due esponenti del PD – il danno sarebbe doppio perché la presenza di una centrale andrebbe a penalizzare pesantemente l’economia turistica, settore nel quale il Veneto primeggia a livello nazionale”.

“Il Veneto ha già ampiamente dato dal punto di vista energetico: basti pensare alla centrale di Porto Tolle, al rigassificatore, all’autorizzazione nazionale per la centrale turbogas di Loreo e alla discussione che è in atto per quella di Cona.

Siamo convinti – concludono Gallo e Tiozzo – che il tema legato all’energia sia di fondamentale importanza: proprio per questo riteniamo che prima di ogni altra decisione il Veneto debba dotarsi di un proprio piano energetico che, colpevolmente, il governo di centrodestra non è ancora riuscito ad approvare”.

Galan faccia ricorso alla Consulta contro la legge 99

No alle centrali nucleari nel Veneto

10/09/2009

www.pdconsiglioveneto.it

nucleare

PD: “No alle centrali nucleari nel Veneto, investire nelle energie rinnovabili. Il 16 settembre il Consiglio straordinario richiesto dalle opposizioni”

No alla ripresa della produzione di energia nucleare nel nostro Paese e all’ipotesi che il Veneto possa ospitare una delle centrali di nuova costruzione in Italia; sì ad un nuovo piano energetico regionale contenente forti programmi d’investimento per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che utilizzino fonti di energia rinnovabili.

Questa la posizione del Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico e delle altre forze di centrosinistra che siedono in Consiglio regionale, espressa attraverso una mozione che verrà presentata e discussa in occasione della seduta straordinaria sulla questione nucleare che si svolgerà il 16 settembre, la cui convocazione è stata richiesta delle opposizioni.

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Testo della mozione: “No alle centrali nucleari nel Veneto”

Il Partito Democratico? Sia veneto per davvero

Da partitodemocraticoveneto.org

Il Partito Democratico? Sia veneto per davvero

rosamma_filippin Rosanna Filippin

In queste settimane d’agosto si è molto discusso sulla stampa delle alleanze in vista delle prossime elezioni regionali. Apparentemente, il Veneto è tornato ad essere un laboratorio politico di importanza nazionale. In realtà qualcosa non torna. Perché a tirare i fili di questa discussione non sono gli esponenti del territorio, ma quelli della politica nazionale. Piero Fassino ha aperto alla possibilità di un’intesa tra Pd e Pdl, mentre i ministri di Lega e Popolo della Libertà continuano a ripetere che il futuro candidato alla presidenza della Regione sarà deciso nel privato di una cena ad Arcore tra Bossi e Berlusconi.

Io credo che i veneti non possano essere solo pedine di un gioco deciso altrove. Noi veneti siamo gente concreta: i fatti contano, le ciàcole no. Siamo gente diretta: ci piace parlare chiaro, diffidiamo di chi fa discorsi fumosi. Siamo gente che ama lavorare, che costruisce ricchezza vera, non di carta. Ci interessa il futuro dei nostri posti di lavoro, delle nostre aziende e delle nostre partite iva. Ci appassionano assai meno le dispute contrapposte sul dialetto e sul Risorgimento. Siamo gente che sa fare da sé. L’autonomia è la nostra storia: vogliamo che sia rispettata, non ci piace che qualcuno decida per noi.

Il Veneto è una grande regione d’Europa. È un polmone di sviluppo e di modernità per tutto il paese. Le sue imprese sono un modello di efficienza. I suoi cittadini sono un esempio di impegno nel campo della solidarietà e del volontariato. E molte altre sono le qualità positive della nostra terra e della nostra gente.

Il Veneto merita un governo diverso da quello che ha avuto in questi 15 anni. Merita un governo migliore, che ad esempio non paralizzi per anni la riforma delle istituzioni regionali. O che sappia difendere a Roma le ragioni dei suoi Comuni, penalizzati da un federalismo fiscale rinviato alle calende greche. Ma nessuna alternativa è possibile, se il Partito Democratico non impara qualcosa dalla terra che vuole rappresentare. Vogliamo che nel Veneto ci sia più Pd? Forse occorre che il Pd per primo sia più veneto. Veneto per davvero.

E allora, se vogliamo che alle parole seguano i fatti, alcune scelte non possono più essere rinviate. Occorre che le candidature siano decise nel territorio, non a Roma. Basta con i soliti noti catapultati dalla capitale. Occorre che i partiti regionali abbiano i mezzi per essere autonomi. Quindi una quota del finanziamento pubblico ai partiti deve restare sul territorio, là dove voti e consensi vengono conquistati. Occorre che i territori siano protagonisti nel partito nazionale. In questi anni, quando ovunque il Pd ha vacillato e perso terreno, ci sono stati Sindaci veneti che hanno saputo essere un baluardo contro il vento del forzaleghismo. Il Pd vuole tornare a parlare al Nord? E allora faccia tesoro di queste esperienze. Dia un ruolo vero ai suoi amministratori, anziché esibirli come belle statuine in qualche organismo di vertice inventato per l’occasione, com’è accaduto troppe volte, anche nel passato recente.

Piero Fassino dice che le alleanze non devono essere uguali da Bolzano ad Agrigento. Lo ringrazio, noi in Veneto lo pensiamo da tempo. Ma allora credo sia giusto che del Veneto e delle sue prospettive siano i veneti ad occuparsi.

“Secessione” regionale, aumentano i consensi

Da Demos&Pi

OSSERVATORIO SUL NORD EST – I COMUNI SECESSIONISTI DIVIDONO IL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.

“SECESSIONE” REGIONALE, AUMENTANO I CONSENSI
[di Fabio Bordignon]

Cresce il consenso dei veneti per i Comuni che chiedono di cambiare regione: supera la soglia del 50% la quota di persone che appoggia la scelta, adottata da alcune amministrazioni della regione, di avviare le procedure per il passaggio alle vicine realtà a statuto autonomo. Cala invece (pur rimanendo “minoranza consistente”) la quota di veneti che approverebbe una scelta analoga da parte del proprio comune. I cittadini friulani e giuliani, nel frattempo, sembrano aprire le porte della propria regione, mentre a Trento si rileva una forte divisione sul tema. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio sul Nordest, condotta da Demos per Il Gazzettino.

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