La nuova battaglia del Piave: salvarlo dalla sete di pianura

BELLUNO – Succedesse in Medio Oriente, in Puglia o Sicilia, pazienza. Ma stavolta la guerra dell´acqua ha raggiunto il posto più inimmaginabile: le Alpi, bastione idrografico d´Europa. Un posto dove “l´oro blu” scende a torrenti, alluvioni, temporali, nevicate, slavine; talmente tanto che le montagne sono state ribattezzate “torri d´acqua”. Un affare serio, dunque. Una partita che segna un incrudimento dello scontro per le risorse, e che accade per giunta sul Piave, un posto che di guerre la sa lunga. Accade che la provincia di Belluno – che copre il cuore delle Dolomiti ed è l´unica provincia di montagna del Veneto – s´è stancata di regalare la sua acqua al resto della regione.

La festa è finita. Ora i montanari chiedono non solo un compenso adeguato, ma anche decidere quando e in che misura aprire i rubinetti. O almeno sedersi allo stesso tavolo dei padroni dell´acqua – Enel, Regione e Consorzi di bonifica – con un peso maggiore di quello avuto finora. Rivendicazione simbolica? Per niente. Un “team” di avvocati ha spulciato le leggi della regione Veneto, la giurisprudenza nazionale sul demanio idrico, le norme Bassanini sul decentramento e persino la Costituzione, e ora la giunta provinciale ha sparato una delibera unica in Italia, che formalizza il trasferimento al demanio locale dei cinque laghi più importanti: Santa Croce, Corlo, Pieve di Cadore, Alleghe e Ponte Serra. Il presidente della giunta, il battagliero pd Sergio Reolon, ha piantato bei cartelli sulla battigia e – tra gli applausi dei valligiani di destra e sinistra – ha dichiarato la secessione “idrica” da Venezia. Un fatto inaudito per la città serenissima. Ma soprattutto una dichiarazione di guerra al Veneto agricolo-industriale, pilastro del consenso alla giunta Galan.

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Cinque laghi nel demanio provinciale

Dal portale della Provincia di Belluno

Cinque laghi nel demanio provinciale
Una delibera della giunta formalizza l’appartenenza dei bacini di Santa Croce, Corlo, Ponte Serra, Pieve di Cadore e Alleghe. Il presidente, Sergio Reolon: «Applichiamo il federalismo dal basso»

La giunta provinciale di Belluno alle 15 e 30 del 18 novembre 2008 ha approvato all’unanimità la delibera per formalizzare «l’appartenenza al demanio pubblico della Provincia di Belluno dei laghi di Santa Croce, Pieve di Cadore, Corlo, Ponte Serra e Alleghe».

Con questo atto formale la giunta dà seguito all’azione avviata da alcuni mesi per il riconoscimento del demanio lacuale come provinciale. Il 7 novembre scorso il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon, sulla spiaggia del lago di Santa Croce aveva piantato un cartello con l’indicazione del demanio provinciale.

La Provincia di Belluno da anni rivendica la competenza sul demanio idrico. La Regione Veneto nel febbraio del 2006 ha varato una legge (L.r. 2 del 3 febbraio 2006) per il trasferimento del demanio alla Provincia di Belluno e i relativi canoni. La Regione non ha mai attuato la sua stessa legge.

«E’ l’applicazione del federalismo dal basso. Non potevamo più rimanere inermi», rileva il presidente della Provincia, Sergio Reolon, «di fronte al perpetuarsi della colonizzazione del nostro principale bene per fini e interessi esterni alla montagna. Per questo abbiamo preso l’iniziativa e incaricato un gruppo di avvocati di studiare come ottenere il governo e la gestione del demanio idrico».

L’acqua bellunese contribuisce in modo determinante ad abbeverare la pianura veneta e con l’acqua bellunese l’Enel produce il 69 per cento dell’energia idroelettrica del Veneto. Al territorio di partenza però torna poco e nulla, a cominciare dallo stato di degrado del fiume Piave, il più artificializzato d’Europa e ormai ridotto a un rigagnolo.

«La situazione è talmente paradossale», ricorda Reolon, «che le concessioni di prelievo tengono ancora conto dei 150 milioni di metri cubi dell’invaso del Vajont, mai entrato in funzione. Di fatto consorzi irrigui ed Enel possono prelevare più acqua di quanta ce ne sia realmente».
Con la delibera odierna la giunta provinciale assegna al presidente ogni attribuzione, anche di natura ricognitiva, per assumere gli atti necessari a disporre la formale intestazione dei laghi al demanio della provincia di Belluno.

Dal 1 gennaio 2009 l’amministrazione provinciale esigerà la riscossione dei canoni idrici ai concessionari (tra cui l’Enel e i consorzi irrigui di pianura).