SERGIO REOLON incontra i cittadini delle frazioni di FELTRE con LIDIA MAORET

Incontro Maoret Reolon Arson

Riunione degli Stati generali sullo Statuto regionale: Reolon scrive a Curto

Da Bellunopress.it del 26/03/09

reolonRiunione degli Stati generali sullo Statuto regionale: Reolon scrive a Curto

A seguito del comunicato stampa di Luigi Curto, presidente provinciale dell’Unione artigiani, nella quale veniva suggerita la convocazione degli Stati generali della provincia per discutere della decisione della Commissione regionale per lo statuto, che intende assimilare il territorio bellunese al resto della montagna veneta, alleghiamo la lettera di risposta inviata dal presidente della Provincia Sergio Reolon a Luigi Curto e per conoscenza ai consiglieri regionali bellunesi. Nella lettera Reolon riconosce l’importanza di riaffrontare la questione dell’autonomia bellunese alla luce della decisione della commissione statuto, sottolinenado al contempo la necessità di farlo dopo le elezioni amministrative, per evitare strumentalizzazioni di ogni tipo:

Egregio Presidente,
Ho letto il comunicato dell’associazione da lei presieduta relativo all’oggetto e condivido appieno quanto affermato sulla necessità che, dopo la recente decisione dell’apposita Commissione regionale di non prevedere alcuna forma di autonomia per la provincia di Belluno, gli Stati Generali provinciali debbano riconfermare il loro pronunciamento unitario. [….]

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Il PD esprime solidarietà ai lavoratori della Marangoni

Solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Marangoni di Feltre

Il Partito Democratico – Circolo Feltre – Seren del Grappa esprime vicinanza e solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori della Marangoni, che dopo 33 anni cessa l’attività dello stabilimento di Feltre.

Il PD, in accordo con il proprio gruppo consiliare, consapevole delle drammatiche ripercussioni di questa scelta sulla pelle di padri e madri di famiglia ancora lontani dal pensionamento e di molti giovani e della gravità della perdita di un così elevato numero di posti di lavoro, specie per una economia come la nostra, sollecita un intervento immediato sia da parte della Provincia che del Comune di Feltre per una mediazione con la proprietà e i sindacati e per mettere in atto tutte le iniziative idonee ad una soluzione positiva. In particolare all’Amministrazione di Feltre chiediamo di indire una apposita discussione in Consiglio Comunale per l’esame in particolare della crisi della Marangoni, ma anche di tutte le altre situazioni di crisi occupazionali del territorio.

Il Partito Democratico impegna i propri rappresentanti nelle istituzioni a livello locale, provinciale e regionale ad attivarsi, in concerto con le organizzazioni sindacali e i lavoratori, per sviluppare tutte le iniziative volte alla risoluzione positiva di questa difficile crisi.

Un federalismo possibile

Un federalismo possibile

10.01.2009

bastico

“Il federalismo non deve essere un atto di egoismo collettivo ma un provvedimento che valorizzi le responsabilità”. Con queste parole la senatrice Mariangela Bastico, Ministro Ombra Pd ai rapporti con le Regioni, ha sintetizzato con efficacia il pensiero del Partito Democratico in materia.
Moena, 10 gennaio 2008

Il dibattito che si è svolto questo pomeriggio durante la Festa Democratica sulla Neve ha affrontato tre tematiche di estrema attualità, che avranno proprio nel 2009 un annodi cruciale attività legislativa: il federalismo fiscale, la carta delle autonomie e la questione delle aree montane. La pesante crisi economica che coinvolge il nostro Paese può essere affrontata soltanto attraverso due strategie: un deciso investimento nel settore dell’istruzione, della ricerca e della formazione professionale e la valorizzazione delle specificità territoriali. Tutto ciò può avvenire soltanto attraverso una stretta relazione tra enti locali, sistema produttivo e competenze specifiche delle persone. Il federalismo, secondo il Partito Democratico, deve dotare ogni comunità degli strumenti per autogovernarsi, ma al contempo investirle anche della responsabilità delle loro decisioni.

Il Partito Democratico ritiene sia fondamentale riaccorpare funzioni e competenze su un ente solo, e per questa ragione è necessario metter mano preliminarmente alla carta delle autonomie locali e poi su questa innestare il federalismo fiscale; contemporaneamente si rende indispensabile una riforma costituzionale che dia vita ad un sistema bicamerale dove una camera rappresenti appieno le esigenze e gli interessi delle autonomie locali. La senatrice ha constatato con piacere come negli ultimi tempi la proposta della Lega in materia di federalismo fiscale si sia sensibilmente avvicinata a quella del Pd, in un’ottica di dialogo e condivisione necessari per una riforma così importante per il Paese.

Emilio Quartiani, coordinatore del Presidente Gruppo Interparlamentare “Amici della Montagna” ha auspicato che per i territori montani meno sviluppati il federalismo significhi soprattutto solidarietà e perequazione sociale, affinché vengano garantiti i livelli essenziali dei servizi nel rispetto e nella valorizzazione delle competenze.

Sergio Reolon, presidente della Provincia di Belluno, ha chiuso l’incontro sottolineando come il territorio montano rappresenti per il Partito Democratico un laboratorio straordinario per il recupero di una dimensione territoriale della politica: il recupero dell’identità territoriale è l’unico antidoto contro la globalizzazione selvaggia e per il ritorno della montagna alla competitività.

Il decreto per contrastare la crisi è insufficiente: bellunesi presi in giro

Comunicato stampa del Partito Democratico della Provincia di Belluno

Belluno, 3 dicembre 2008

Il decreto per contrastare la crisi è insufficiente: bellunesi presi in giro.

Per le imprese, tardi e poco. Per le famiglie ancora più tardi e meno che poco. Per pensionati e persone sottoreddito la carità della social card. Alcuni dei provvedimenti contenuti nel decreto anticrisi vanno nella direzione giusta, ma il quadro complessivo della manovra non è adeguato alla gravità della crisi. Tra i provvedimenti a favore delle imprese che il Pd condivide c’è ad esempio il rafforzamento del sistema dei Consorzi Fidi, il Fondo per la finanza d’impresa e l’obbligo per la pubblica amministrazione di pagare i fornitori entro 60 giorni. Poteva essere condivisibile anche la norma sull’iva per cassa, anche se il tutto è stato rovinato dalla subordinazione della stessa ad una autorizzazione europea non necessaria che rischia di spostare l’attivazione della norma di almeno un semestre.

Per le famiglie e i ceti più deboli però siamo a poco più di uno spot. Per avere qualche euro in più in tasca le famiglie povere dovranno aspettare febbraio 2009. La social card, la cui operatività è tutta da dimostrare, è poi stata trasformata in una carta dei poveri gestita in modo centralistico. Il governo vorrebbe approvare il federalismo, ma non riesce ad affidare nemmeno interventi come questo ai Comuni. Il rischio, per assurdo, è che si avvantaggino con la social card famiglie che appaiono nullatenenti al fisco ma che hanno risorse sufficienti. Per una finanziaria che dovrebbe aiutare i cittadini restano infine inspiegabili le norme che tolgono denari dalle tasche dei cittadini: dall’aumento dell’iva sulle televisioni satellitari, all’eliminazione della norma che prevede lo sconto fiscale del 55% sugli interventi di miglioramento energetico degli edifici. Tutto questo poi non si sa per quale scopo visto che gli stanziamenti registrano un crollo drammatico del 20% in media (nel settore scuola -35%) e non vi saranno nemmeno maggiori trasferimenti agli enti locali. Non solo infatti sono stati tagliati i trasferimenti ai Comuni ed alle Province, ma con le regole del patto di stabilità si impedisce di investire ai Comuni che hanno disponibilità con interventi che sosterrebbero il ciclo economico.

Come se non bastasse quanto sopra detto, per “aiutare” i bellunesi di confine ad uscire dalla crisi e sentire meno il divario dai cugini altoatesini/trentini, il governo nazionale ha deciso di non rifinanziare il fondo Letta. Per fortuna ci ha pensato la Regione a risollevare il buon umore di noi montanari (classificati dalla Regione in serie a e b ed escludendo gli amici alpagoti, feltrini, bellunesi etc) con la bufala della tessera con sconto sul carburante. Non sorprende siano stati in pochi sinora a sottoscriverla, il problema reale non è lo scarso beneficio (solo 80 euro all’anno quando tutti sanno come incida ben di più far benzina ad esempio a San Vito di Cadore anziché a Sillian) quanto il fatto che le macchine aziendali sono state escluse dal provvedimento. Ma come si fa a decidere una norma del genere in una delle zone con la maggior concentrazione di partite iva (artigiani, imprenditori turistici etc) della Regione?

Valerio Tabacchi

Coordinatore Pd

Provincia di Belluno

La nuova battaglia del Piave: salvarlo dalla sete di pianura

BELLUNO – Succedesse in Medio Oriente, in Puglia o Sicilia, pazienza. Ma stavolta la guerra dell´acqua ha raggiunto il posto più inimmaginabile: le Alpi, bastione idrografico d´Europa. Un posto dove “l´oro blu” scende a torrenti, alluvioni, temporali, nevicate, slavine; talmente tanto che le montagne sono state ribattezzate “torri d´acqua”. Un affare serio, dunque. Una partita che segna un incrudimento dello scontro per le risorse, e che accade per giunta sul Piave, un posto che di guerre la sa lunga. Accade che la provincia di Belluno – che copre il cuore delle Dolomiti ed è l´unica provincia di montagna del Veneto – s´è stancata di regalare la sua acqua al resto della regione.

La festa è finita. Ora i montanari chiedono non solo un compenso adeguato, ma anche decidere quando e in che misura aprire i rubinetti. O almeno sedersi allo stesso tavolo dei padroni dell´acqua – Enel, Regione e Consorzi di bonifica – con un peso maggiore di quello avuto finora. Rivendicazione simbolica? Per niente. Un “team” di avvocati ha spulciato le leggi della regione Veneto, la giurisprudenza nazionale sul demanio idrico, le norme Bassanini sul decentramento e persino la Costituzione, e ora la giunta provinciale ha sparato una delibera unica in Italia, che formalizza il trasferimento al demanio locale dei cinque laghi più importanti: Santa Croce, Corlo, Pieve di Cadore, Alleghe e Ponte Serra. Il presidente della giunta, il battagliero pd Sergio Reolon, ha piantato bei cartelli sulla battigia e – tra gli applausi dei valligiani di destra e sinistra – ha dichiarato la secessione “idrica” da Venezia. Un fatto inaudito per la città serenissima. Ma soprattutto una dichiarazione di guerra al Veneto agricolo-industriale, pilastro del consenso alla giunta Galan.

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Anche voi dovete diventare autonomi

Dal Corriere delle Alpi del 26 novembre 2008

IL VERTICE DEI PRESIDENTI
Si profila un accordo stabile tra Province in diverse materie

«Anche voi dovete diventare autonomi»

Irene Aliprandi
Reolon in visita da Durnwalder «Politiche unitarie in tutte le Alpi»

BELLUNO. «Belluno deve battersi per diventare autonoma». A dirlo è uno che se ne intende, Luis Durnwalder, presidente della Provincia di Bolzano che ieri ha ricevuto il collega bellunese Sergio Reolon. Durante l’incontro si è parlato soprattutto di infrastrutture e opere pubbliche, con l’intenzione di siglare un accordo di collaborazione stabile tra Belluno e Bolzano. I benefici potrebbero essere immediati, a partire dalla pista di bob di Cortina, dimenticata da Roma ma utile anche agli atleti altoatesini. La politica, con il tema centrale dell’autonomia, era nel menù del pranzo.
«Voi vi dovete battere per ottenere l’autonomia come Trento e Bolzano. Noi saremo dalla vostra parte». Durnwalder ha spronato Reolon a proseguire sulla strada intrapresa da tempo per il raggiungimento dell’autonomia della provincia veneta. L’argomento autonomia non era all’ordine del giorno dell’incontro di ieri a Bolzano. Per i due presidenti è stato però naturale affrontarlo nel momento in cui hanno cominciato a discutere di come sviluppare una nuova stagione politica per le Alpi

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Cinque laghi nel demanio provinciale

Dal portale della Provincia di Belluno

Cinque laghi nel demanio provinciale
Una delibera della giunta formalizza l’appartenenza dei bacini di Santa Croce, Corlo, Ponte Serra, Pieve di Cadore e Alleghe. Il presidente, Sergio Reolon: «Applichiamo il federalismo dal basso»

La giunta provinciale di Belluno alle 15 e 30 del 18 novembre 2008 ha approvato all’unanimità la delibera per formalizzare «l’appartenenza al demanio pubblico della Provincia di Belluno dei laghi di Santa Croce, Pieve di Cadore, Corlo, Ponte Serra e Alleghe».

Con questo atto formale la giunta dà seguito all’azione avviata da alcuni mesi per il riconoscimento del demanio lacuale come provinciale. Il 7 novembre scorso il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon, sulla spiaggia del lago di Santa Croce aveva piantato un cartello con l’indicazione del demanio provinciale.

La Provincia di Belluno da anni rivendica la competenza sul demanio idrico. La Regione Veneto nel febbraio del 2006 ha varato una legge (L.r. 2 del 3 febbraio 2006) per il trasferimento del demanio alla Provincia di Belluno e i relativi canoni. La Regione non ha mai attuato la sua stessa legge.

«E’ l’applicazione del federalismo dal basso. Non potevamo più rimanere inermi», rileva il presidente della Provincia, Sergio Reolon, «di fronte al perpetuarsi della colonizzazione del nostro principale bene per fini e interessi esterni alla montagna. Per questo abbiamo preso l’iniziativa e incaricato un gruppo di avvocati di studiare come ottenere il governo e la gestione del demanio idrico».

L’acqua bellunese contribuisce in modo determinante ad abbeverare la pianura veneta e con l’acqua bellunese l’Enel produce il 69 per cento dell’energia idroelettrica del Veneto. Al territorio di partenza però torna poco e nulla, a cominciare dallo stato di degrado del fiume Piave, il più artificializzato d’Europa e ormai ridotto a un rigagnolo.

«La situazione è talmente paradossale», ricorda Reolon, «che le concessioni di prelievo tengono ancora conto dei 150 milioni di metri cubi dell’invaso del Vajont, mai entrato in funzione. Di fatto consorzi irrigui ed Enel possono prelevare più acqua di quanta ce ne sia realmente».
Con la delibera odierna la giunta provinciale assegna al presidente ogni attribuzione, anche di natura ricognitiva, per assumere gli atti necessari a disporre la formale intestazione dei laghi al demanio della provincia di Belluno.

Dal 1 gennaio 2009 l’amministrazione provinciale esigerà la riscossione dei canoni idrici ai concessionari (tra cui l’Enel e i consorzi irrigui di pianura).

Sergio Reolon, candidato alla presidenza della Provincia di Belluno per il Partito Democratico.

Dal Gazzettino del 12 ottobre 2008

Il coordinatore del Partito democratico Valerio Tabacchi: «Voto unanime dei 46 eletti sul suo nome. Nel suo mandato è stato il baluardo difensivo degli interessi dei bellunesi»

Provinciali 2009, il Pd ufficializza la candidatura di Sergio Reolon

È ufficiale: sarà Sergio Reolon, presidente uscente, il candidato alla presidenza della Provincia di Belluno per il Partito Democratico. L’assemblea provinciale del partito, convocata mercoledì 8 ottobre ha dato il suo via libera alla candidatura come prevedono il regolamento nazionale e lo statuto regionale del Pd. «Il voto unanime dei 46 eletti – afferma il coordinatore Valerio Tabacchi – rafforza ulteriormente la candidatura di Reolon e rispecchia il buon governo di cui è stato protagonista alla guida di una coalizione di centro sinistra. Reolon e la sua giunta hanno saputo trasformare la Provincia in un ente di governo del territorio in grado di affiancare i comuni nell’esercitare poteri amministrativi vitali per i bellunesi». «Abbiamo bisogno di Sergio Reolon – continua Tabacchi – perché la Provincia deve saper produrre dialogando con Stato e Regione un piano di sviluppo per il territorio bellunese e non semplici politiche per la montagna subalterne allo strapotere delle aree metropolitane e di conseguenza dello sviluppo di queste. In questi anni l’Amministrazione provinciale guidata da Reolon si è contraddistinta nell’essere il baluardo difensivo degli interessi dei bellunesi. Non sono stati di certo infatti gli esponenti bellunesi dei partiti di centrodestra al governo a Venezia o Roma a difenderli. Basti pensare al mancato versamento dei canoni per lo sfruttamento del demanio idrico, al mancato inserimento nello statuto regionale dell’articolo 16 bis proposto dal Pd che invece garantirebbe alla Provincia di Belluno il riconoscimento della sua specificità e dell’autonomia, o ancora, novità di questi giorni, all’accorpamento dell’Ato bellunese con quello trevigiano facendo sì che siano i sindaci della bassa a scegliere il prezzo dell’acqua per Belluno. Tutte battaglie che hanno visto Reolon, l’Amministrazione provinciale ed il Pd in prima linea a difendere gli interessi dei cittadini bellunesi». «L’assemblea provinciale del Pd intende far capire agli elettori – conclude Tabacchi – che dovranno a giugno del 2009 scegliere tra un candidato certo ed una squadra sicura che vogliono governare la Provincia di Belluno avendo ben saldo in testa un progetto concreto per essa ed una coalizione, quella di centro destra, che invece è litigiosa, senza programmi ed ancora sprovvista di candidato per le forti battaglie interne».